Il Sud Africa è una delle principali mete al mondo per lo shark cage-diving.
Le immersioni, protetti da gabbie metalliche, per osservare da vicino il grande squalo bianco.
In realtà, il più delle volte non si tratta di vere e proprie immersioni, in quanto le gabbie sono a filo d’acqua, ed è sufficiente avere uno snorkel. Infatti non è nemmeno necessario essere in possesso di un brevetto per subacquei.
Le prime ore del mattino sono di solito le più indicate per mettersi sulle tracce del grande predatore dei mari.
Shark cage-diving
La capitale indiscussa per questo tipo di attività è Gansbaai , a circa 3 ore di auto da Cape Town e una quarantina di minuti da Hermanus .
Altre località dove è possibile immergersi in gabbia sono la False Bay , tra Cape Town e Cape Peninsula, e Mossel Bay , all’inizio della Garden Route (e dell’Oceano Indiano), ma la visibilità non è paragonabile a quella di Gansbaai.
La temperatura dell’acqua è tra i 13° e i 16°, ragion per cui viene fornita una muta semi-stagna.
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Quanto è sicuro lo shark cage-diving?
Parecchio. Quanto meno in Sudafrica. Dove questa attività è diventata sempre più popolare negli ultimi anni. Obbligando necessariamente a massimizzare tutti i parametri di sicurezza. Certo, l’idea di trovarsi a tu per tu con un mostro di diversi metri è roba da far venire i brividi. Questo anche, se non soprattutto, per via di film come quello di Spielberg e dei vari sequel. Ma la realtà è diversa da quella del grande schermo.
Tanto per cominciare, la gabbia è in acciaio inossidabile con uno spessore di 25 mm. Ed è chiusa da un tetto , ovviamente delle stesso materiale, per prevenire comunque altamente improbabili intrusioni dall’alto da parte dello squalo.
Il prezzo
R 1.750 per adulto, R 1.000 per bambini sotto i 12 anni, mentre per quello sotto i 5 anni la partecipazione è gratuita.