Breve guida su cosa fare, vedere, dove e quando, nel tuo viaggio in Botswana.
Baobab: albero simbolo del Botswana. Famosi i Baines’ baobab nel Nxai Pan National Park e quelli a Kubu Island, nell’ecosistema del Magkadigadi Pans.
Boscimani: gli abitanti originari di queste terre, abilissimi cacciatori e dalle tradizioni millenarie. In Botswana vive ancora la metà circa (50.000) dell’intera popolazione mondiale. Alcuni community project interessanti nell’area di Ghanzi, alle porte della Central Kalahari Game Reserve centro-settentrionale.
Central Kalahari Game Reserve: immensa wilderness di oltre 50.000 kmq, l’area protetta più grande del continente africano. La maggior parte della fauna si concentra nelle valli del nord, Deception e Passarge. Nella parte meridionale si trovano alcuni villaggi boscimani, che ospitano poche centinaia di persone. Negli ultimi anni, le regioni più settentrionali della riserva hanno visto il ritorno degli elefanti.
Chief Island: una delle zone più remote ed esclusive del Delta, l’unica dove è possibile avvistare rinoceronti.
Chobe National Park: enorme parco nazionale di 11.000 kmq, famoso per l’impressionante concentrazione di elefanti ed i tramonti infuocati sul fiume omonimo. A causa della relativa vicinanza, è meta di safari in giornata dalle Cascate Vittoria e da Kasane.
Dqae Qare San Lodge: community project per preservare e far conoscere la cultura e le tradizioni dei boscimani. Gli ospiti hanno l’opportunità di apprendere le tecniche di caccia e di sopravvivenza di questo popolo.
Delta dell’Okavango: immenso labirinto di canali, lagune e isole che ricoprono una superficie pari a quella della Svizzera. Prende il nome dal fiume che nasce in Angola e che raggiunge il Delta dopo circa 4 mesi. Per questo motivo, paradossalmente, le acque del Delta raggiungono il loro livello massimo durante la stagione secca. Luglio, agosto e settembre sono i mesi migliori.
Elefanti: il Botswana vanta il maggior numero di elefanti del pianeta, con una presenza debordante nel Chobe National Park. Molto abbondanti anche nella Moremi e nel Delta. Più stagionale la presenza nel Nxai Pan e nel Magkadigadi Pan. Da qualche anno, nella stagione delle piogge, hanno ricominciato a migrare verso la parte più settentrionale della CKGR (Passarge Valley e Deception Valley).
Gaborone: la capitale, città senza particolare fascino, fuori dalle principali rotte turistiche. Raramente inserita come tappa in un itinerario di viaggio in Botswana. E’ però relativamente vicina alla Kutse Game Reserve e può essere pertanto una base di partenza per itinerari verso la CKGR o Mabuasehube.
Gente: mediamente forse meno gioviale e sorridente rispetto a quella di altri paesi africani. In compenso il tasso di criminalità è molto basso, così come la corruzione di poliziotti e pubblici ufficiali.
Ghanzi: polveroso villaggio alle porte della Central Kalahari Game Reserve. Sosta quasi obbligata per fare scorte di viveri e carburante. Oppure per visitare l’interessante Dqae Qare San Lodge.
Ghepardo: Mabuasehube e la CKGR sono le zone dove questo felino è più presente, ma ci sono buone possibilità anche a Mashatu e nella Moremi.
Goo-Moremi Gorge: community project non distante da Serowe. Itinerari a piedi con guide locali attraverso gole e piccole cascate, in un luogo che per i locali è carico di misticismo.
Grandi predatori: la maggiore concentrazione si trova nel Savute e nella Moremi. Di notte, la presenza di iene nei campi è quasi una costante. Il Savute è particolarmente noto per gli scontri all’ultimo sangue tra branchi di iene e di leoni.
Hide fotografici: capanni attrezzati per la fotografia naturalistica. I migliori sono a Mashatu, nella Tuli Block. Grazie al fatto di essere incassati nel terreno, permettono di realizzare scatti con una prospettiva dal basso verso l’alto.
Honey badger: grosso tasso, che ricorda la puzzola, ma dall’indole temeraria e particolarmente aggressiva. Anche se non è pericoloso per l’uomo, è opportuno mantenere le debite distanze.
Iena bruna: rarissima e molto difficile da avvistare. Tranne forse a Mabuasehube, dove la sua presenza nei campi è costante. Non è pericolosa per l’uomo.
Iena maculata: presente ovunque e in abbondanza. Non ricevere una sua visita durante le notti nella Moremi, nel Savute o a Mabuasehube è un evento raro. Prestare attenzione soprattutto nei campi nella Moremi e nel Savute, dove questo predatore ha ormai perso l’atavica paura per l’uomo. Lasciare cibo in giro o dentro le tende può essere davvero una pessima idea.
Kasane: cittadina nel Botswana nord-orientale, ad un tiro di schioppo dal Chobe National Park ma vicina anche alla regione del Linyanti. Punto d’incontro naturale di 4 Paesi: Botswana, Zambia, Namibia e Zimbabwe.
Khama Rhino Sanctuary: piccola riserva privata alle porte di Serowe ed ultimo santuario del rinoceronte in Botswana. Difficilmente si potranno incontrare rinoceronti nel resto del Paese.
Kori bustard (otarda di Kori): è l’uccello simbolo del Botswana, il più pesante, con i suoi 20 kg, tra tutti i volatili africani. Abbondanza impressionante nella CKGR.
Kubu Island: il nome significa “ippopotamo”, cosa che stona non poco con l’arido ambiente attuale. Qualche migliaio di anni fa però le cose erano probabilmente molto diverse. Kubu Island è una sorta di oasi di baobab in mezzo al deserto del Makgadikgadi Pans. Si apprezza meglio trascorrendoci almeno una notte. Vi sembrerà di trovarvi su un pianeta a parte.
Khutse Game Reserve: adiacente all’area meridionale della gigantesca Central Kalahari Game Reserve. Trait d’union tra Mabuasehube (Kgalagadi Tranfrontier Park) e la Central Kalahari Game Reserve. E’ piuttosto trascurata dagli itinerari turistici, il che ne fa una ragione in più per andarci.
Leopardo: tra i Big 5, è sicuramente quello più difficile da avvistare. La frequenza degli avvistamenti a Mashatu può tuttavia competere con le riserve di Sabi Sand e Mala Mala in Sudafrica.
Licaoni: buona densità soprattutto nell’area del Linyanti. Tra i predatori, sono probabilmente quelli più interessanti da osservare, essendo quasi sempre a caccia.
Malaria: endemica in quasi tutto il Paese ma il rischio è in realtà piuttosto basso, soprattutto nella stagione secca.
Mabuasehube Game Reserve: splendida riserva, di fatto parte del gigantesco Kgalagadi Transfrontier Park. Leoni, iene e ghepardi spadroneggiano nella riserva, dove abbondano diverse specie di antilopi come springbok, gnu, orici ed eland.
Makgadikgadi Pans: ecosistema unico al mondo che sorge sui resti di un antico grande lago. Durante la stagione delle piogge si assiste qui ad una delle ultime grandi migrazioni del continente africano, e i paesaggi lunari cedono il posto ad una savana erbosa invasa da antilopi e uccelli.
Makgadikgadi & Nxai Pan National Park: le 2 riserve, piuttosto complementari come natura, sono oggi gestite come un unico parco nazionale. Nella stagione secca, la fauna si concentra lungo il fiume Boteti, mentre tra febbraio ed aprile enormi mandrie di gnu e zebre migrano verso nord nello Nxai Pan, mentre elefanti e bufali fanno capolino soprattutto da dicembre a febbraio. Le acacie a forma di ombrello possono ricordare a tratti i paesaggi del Serengeti.
Mashatu Game Reserve: la più grande riserva privata del continente africano, nel cuore della Tuli Block. Conosciuta come “la terra dei giganti”, per via dei grandi alberi (baobab e nyala, detti anche alberi di Mashatu), grandi erbivori (elefanti e eland, la più grande delle antilopi), grandi predatori (leoni, iene, leopardi e ghepardi). Buona anche la presenza di licaoni.
Maun: il principale punto di accesso al Delta dell’Okavango, crocevia sulle rotte dal Makgadigadi / Nxai Pan o dalla Central Kalahari Game Reserve. Possibilità di voli panoramici sul Delta o la Moremi.
Mokoro: tipiche imbarcazioni locali in ebano, utilizzate per spostarsi nel labirinto del Delta dell’Okavango. A dispetto delle apparenze, sono molto stabili e ideali per spostarsi tra le acque basse del Delta. Portano fino a 2 persone, oltre al barcaiolo.
Moneta: è la Pula, che significa pioggia. Talvolta, ma non sempre, sono accettati anche rand sudafricani, euro e dollari. In alcuni casi, soprattutto nei parchi, è possibile pagare esclusivamente in contanti. Per questo motivo, è consigliabile pagare anticipatamente le proprie prenotazioni, al fine di evitare di girare con molto contante o essere costretti a prelevare o cambiare in banca, operazioni non sempre agevoli.
Moremi Game Reserve: una delle perle dell’Africa australe. Ricopre circa 1/5 della superficie del Delta ed è qui che si concentra la maggior parte della fauna. Notevole la concentrazione di elefanti e grandi predatori. Si ritiene che la Moremi ospiti circa il 30% della popolazione mondiale di licaoni. Il campeggio più interessante è forse quello di Third Bridge, da dove si può accedere al Delta anche in Mokoro. Mentre da quello, pure molto bello, di Xaxanaxa, questo è possibile solo in barca. Il campeggio di South Gate è immerso in una foresta di mopane ed è regolarmente frequentato dalle iene di notte. Quello a North Gate, pur affacciandosi su un bellissimo canneto, è purtroppo disturbato dai rumori del villaggio dall’altra parte del ponte e dalla vista di una grande torre che deturpa il paesaggio.
Nata: tappa di passaggio sulla rotta Francistown-Maun o Kasane. Di per sè insignificante, se non fosse per essere alle porte del Nata Bird Sanctuary e del Makgadikgadi Pans.
Nata Bird Sanctuary: tappa da non perdere nella stagione delle piogge per gli amanti del bird watching. E’ il solo luogo al mondo dove si riproducono in contemporanea il fenicottero rosa e quello minore.
Rinoceronti: sostanzialmente estinti da tempo in Botswana, sono stati reintrodotti nel Khama Rhino Sanctuary, qualche centinaio di km a sud di Maun. Nell’Okavango sono presenti – e super protetti – nell’isola di Chief Island, praticamente irraggiungibile via terra. Praticamente assenti in tutto il resto del Paese.
Red lechwe: una delle icone del Delta dell’Okavango, come la sitatunga, ma molto più facile da incontrare, anche grazie allo stile di vita più gregario.
Savute: l’area meridionale del Chobe National Park, a nord della Moremi Game Reserve. Non ha fonti d’acqua permanenti e il misterioso Savute Channel, che nasce nelle paludi del Linyanti e scorre nella depressione di Madabe può non scorrere per diversi anni consecutivi. Savute è noto per la grande densità di iene e leoni, che ne hanno fatto il set di diversi documentari naturalistici. Di tutte le aree faunistiche del Botswana settentrionale, è probabilmente la più selvaggia ed incontaminata.
Sitatunga: bellissima antilope che vive nel Delta dell’Okavango, ma piuttosto elusiva e non facile da avvistare. Anche perché ha l’abitudine, se spaventata, di tuffarsi in acqua, emergendo solo con le narici.
Tuli Block: un tempo formata da soli terreni agricoli, è oggi diventata una grande wilderness aperta con Sudafrica e Zimbabwe. La principale area turistica è la riserva di Mashatu.
Tsodilo Hills: è l’Ayers Rock del Botswana, il luogo della creazione per i boscimani. Quattro blocchi di roccia di quarzite scistosa che spuntano in mezzo al nulla. Abitate per migliaia di anni dai boscimani, prima di essere raggiunte da popolazioni di etnia Bantu, la zona è ricca di pitture rupestri, alcune risalenti addirittura al Paleolitico.
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