Quando sentiamo la parola safari, inevitabilmente, la nostra mente immagina grandi savane assolate, leoni, elefanti e nugoli di gazzelle. Jeep aperte, tenute sahariane e attrezzatura fotografica per immortalare paesaggi mozzafiato. Molti di noi mai immaginerebbero foreste innevate, plateau desolati sferzati da venti gelidi, villaggi di pastori di renne, geyser e ghiacciai. Sbagliando.
Cosa sono i safari artici?
Safari, in swahili, significa viaggio. Un safari artico, è un viaggio nella grande wilderness del Grande Nord del pianeta. Fatta di fiordi, foreste di conifere, tundra, grandi laghi e gelidi oceani. Una wilderness da esplorare in modo diverso: alla guida di mute di cani da slitta, a bordo di superjeep, in motoslitta, con le ciaspole, in sci. Vero, alcune cose suonano simili a quelle che si possono fare da noi. Abbiamo montagne bellissime dove partecipare a ciaspolate, per non parlare delle piste da sci di fondo. Altre invece, sono decisamente diverse. Possiamo forse trovarne qualche imitazione spuria e un pò dozzinale. Per “the real thing”, dobbiamo spostarci altrove. A nord. Molto a nord.
Quando e dove andare per vivere l’esperienza di un safari artico?
Dipende. Certamente il periodo è simile, con qualche differenza in funzione della latitudine, ma anche qui non è detto. In Canada, che pure si trova per grandissima parte sotto il circolo polare artico, le temperature sono molto più rigide rispetto alla costa norvegese, che trae beneficio dalla mite Corrente del Golfo del Messico. Beneficio di cui non godono invece le Lapponie di Norvegia, Svezia e Finlandia, i cui inverni sono gelidi e lunghi. Ma certamente si può convenire che la stagione va da dicembre ad aprile o al massimo, nelle regioni più estreme, ai primi di maggio. E dove andare?Anche qui, dipende. Passiamo in rassegna le principali tipologie di safari artici.
Dogsledding
Parola intraducibile in italiano. Si tratta di slitte trainate da cani, normalmente di razza husky, o similare. Ci si può cimentare in escursioni di poche ore, dell’intera giornata o di vere e proprie spedizioni tra foreste e tundra. Il consiglio, se possibile, è di osare con queste ultime. Tornate con la fantasia ai tempi della corsa all’oro, del Klondike e delle avventure di Zanna Bianca e di Jack London che ci hanno affascinato da bambini. E riviviamole, questa volta per davvero, da grandi. E i più piccoli? Se non sono piccolissimi, possono comunque partecipare, magari come passeggeri ben coperti. Vivranno un’avventura indelebile, e voi con loro. Dogsledding significa slow travel; muoversi in un mondo ovattato e di silenzio. Vuol dire stupirsi della simbiosi che si crea con la propria muta. E confondere i propri pensieri nel mondo bianco che inghiotte la nostra slitta. Come in questo Husky Safari disegnato da Sven Engholm.
Quali sono le destinazioni migliori per safari artici all’insegna dello dosgsledding? La Norvegia in primis, soprattutto nella regione del Finnmark. Ancora di più se volete vivere il privilegio di avere come guida un mito vivente della categoria: il leggendario Sven Engholm. Certo, come tutti i privilegi, non è proprio a buon mercato. Si possono trovare soluzioni comunque ottime e più a buon mercato in Finlandia e forse anche in Canada, anche se in quest’ultimo caso incide maggiormente il costo dei voli. Se poi non avete particolari problemi di budget, puntate al top del top: Alaska, Groenlandia, Svalbard.
Snowmobiling
Dimenticatevi il silenzio delle mute di cani husky. In compenso, macinerete molti più km, ed il divertimento è assicurato. Anche questa tipologia di safari artico, ahimé, è tutt’altro che economica. Si può tuttavia risparmiare parecchio condividendo la motoslitta con il proprio compagno di viaggio. E anche in questo caso sconsigliamo escursioncine mordi e fuggi da 1 ora o 2. Il Grande Nord non è proprio dietro l’angolo; meglio prendersi il tempo che serve per apprezzarlo come merita.
Safari artici in superjeep
Questa è una specialità islandese. Ci si spinge lungo le piste dell’interno, che in estate diventano acquitrini in mezzo al deserto di lava. Ma anche in cima a plateau, ghiacciai, vulcani. Talvolta sulle tracce dell’aurora boreale, alla ricerca del punto migliore per ammirarne tutta la magia.
L’aurora boreale.
Questo capitolo merita un articolo a parte. Ma è certamente una delle mete più ambite di un safari artico nel Grande Nord. E’ ovviamente impossibile fare previsioni, tanto meno fornire garanzie su un fenomeno naturale che è di per sé stesso qualcosa di eccezionale. Tuttavia, possiamo fornire delle indicazioni di massima. La stagione va da metà settembre a metà aprile (salvo alla latitudini più estreme dove le giornate sono ancora o già troppo lunghe in quel periodo). Le condizioni necessarie sono cieli tersi e bui, notti fredde, meglio se gelide. Il posto migliore per l’aurora boreale? Vince, per distacco, la Norvegia. Ma questo vale in generale. Poiché si tratta di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. E in quel posto e in quel momento potrebbe vincere o perdere qualsiasi destinazione del Grande Nord.
I Sami
Non vorremo sembrare irrispettosi, abbinando la parola “safari” ad un popolo. Dovrebbe essere ormai chiaro che i safari artici sono un’altra cosa rispetto ai safari fotografici in Africa. Ma un viaggio (safari, appunto) nel Grande Nord è anche un’occasione unica per conoscere l’ultimo popolo semi-nomade d’Europa. Il solo che abbia imparato a vivere a queste latitudini. Un popolo a cui hanno imposte frontiere che non gli appartengono. A cui molto è stato tolto, a parte la dignità. Gente fiera e orgogliosa, dalla scorza dura, che si ostina a vivere di caccia, pesca e pastorizia, in simbiosi con la regina della taiga e della tundra: la renna. Vale la pena conoscerli meglio, per capire cosa ci si era perso fino ad oggi. Questa proposta, ideata da Sven Engholm, potrebbe essere l’opportunità ideale.
Ciaspolate e sci di fondo
Le abbiamo lasciate per penultime, non perché non siano attività interessanti – anzi – ma in quanto noi italiani non abbiamo bisogno di fare tutta quella strada per questo. Tuttavia, considerate anche il contesto completamente diverso in cui vi troverete. Magari non sarà (per tutti) la ragione principale del viaggio, ma già che ci siete, perché non provare anche questo? E poi, dalle nostre parti, né con le ciaspole né con gli sci ai piedi ci sono speranze di osservare l’aurora boreale.
Safari artici sulle orme del grande orso bianco
Adesso è chiaro perché ciaspolate e trekking con sci di fondo le abbiamo lasciate per penultime. Perché il gran finale se lo merita tutto lui: il grande orso bianco. Normalmente, lo si cerca d’estate, alle Svalbard, prendendo parte a spedizione naturalistiche a bordo di vascelli da ricerca. Ma in inverno, quanto a safari artici sulle orme dell’orso bianco, nessuna località al mondo può tenere testa a Churchill, nello stato di Manitoba, in Canada. Quando? A ottobre e novembre. Sì, non è proprio nel cuore delle vacanze di Natale. Ma è di solito è una di quelle cose che si fa una volta nella vita. E allora la si fa quando la si può fare.
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