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Perchè l’India?
Un paese-continente ricchissimo di storia e di cultura, testimoniate da straordinarie vestigia del passato. Una terra popolato da oltre un miliardo e duecentomila abitanti, che si estende dalle vette himalayane alle immense pianure settentrionali, dalla jungla e dalle paludi delle regioni centro-orientali alle lussureggianti foreste tropicali del sud.
Quando andare?
La stagione monsonica colpisce con diversa intensità a seconda della latitudine e del periodo. In linea di massima, le regioni settentrionali sono visitabili tutto l’anno, anche se da giugno a settembre va messo in conto qualche acquazzone. Le precipitazioni sono decisamente maggiori nelle regioni orientali e meridionali, soprattutto nelle regioni sud-occidentali (Bombay, Goa) dove da giugno a settembre vengono giù secchiate d’acqua. Ma anche questo fa parte del fascino di questo magico paese.
Cosa fare / vedere
Gli itinerari classici prevedono la visita di monumenti di straordinaria bellezza nelle città delle regioni settentrionali. Per i safari nella jungla, la cui meta più ambita è ovviamente la grande tigre del Bengala, i parchi del nord offrono le migliori opportunità. Per trekking di montagna, niente di meglio delle regione himalayane del Ladakh (soprannominato “il piccolo Tibet”) e del Kashmir. Nelle regioni del sud si possono visitare antiche città coloniali, parchi ricoperti da foreste tropicali, canali d’acqua da attraversare in houseboat, templi indù e spiagge.
Principali parchi e riserve
Corbett National Park (Uttar Pradesh). Alle pendici dell’Himalaya, a circa 6 ore di auto da Delhi. Oltre alla tigre, si trovano qui mandrie di elefanti selvatici, sambar e numerosi coccodrilli e gaviali del Gange. Nelle aree più interne del parco, accessibili solo con permessi speciali, è possibile prendere parte a safari a dorso d’elefante, anche di più giorni.
Kanha e Bandhavgarh (Madhya Pradesh). Splendidi parchi combinabili tra di loro, in un itinerario che parte da Nagpur a Khajuraho (o viceversa). Lo scenario è molto simile a quello immortalato da Kipling nel celebre “Il libro della jungla”. Oltre alle tigri, che qui è forse più facile vedere che altrove, ci sono orsi dal collare, leopardi, bufali, sambar e chital (entrambe specie di cervi), oltre a numerose scimmie (langur). La jungla è più fitta rispetto a Corbett e per vedere la tigre può essere indispensabile proseguire a dorso d’elefante.
Ranthambore National Park (Rajasthan). Bellissimo parco nazionale, facilmente raggiungibile sia da Delhi che da Jaipur. Vedere la tigre è però più difficile rispetto ai 3 parchi precedentemente menzionati.
Sunderbans (Bengala). Paludi di mangrovie tra India e Bangladesh, accessibili quasi esclusivamente in barca. La densità di tigri è talmente elevata che molti villaggi contano moltissime vedove. Per questa ragione, si tende ad attraversare i canali all’interno della jungla indossando una maschera dietro la nuca, per dare l’impressione alla tigre di essere osservata, qualora si trovasse alle proprie spalle.
Kaziranga (Assam). Oltre alla tigre, qui si trovano gli ultimi rarissimi esemplari di rinoceronte indiano.
Città
Delhi. Capitale dell’India, crogiuolo di genti da ogni parte dell’India, con differenze siderali, in termini di composizione sociale, tra le diverse aree della città. Oltre allo splendido il Red Fort, sono degni di nota il mausoleo di Gandhi e numerosi templi e minareti.
Agra. La città di per sè non sarebbe niente di che, se non fosse che qui si trova una delle 7 meraviglie del mondo: il Taj Mahal. Molto bello anche l’Agra Fort e di grande fascino la città fantasma di Fathepur Sikri, non lontana dalla città.
Jaipur. Con Delhi ed Agra chiude il triangolo del cosiddetto “triangolo d’oro”. E’ la capitale del Rajasthan, lo stato dei Maharaja, di cui restano monumenti di grandiosa bellezza, come il Palazzo dei venti (Hawa Mahal) costruito in arenaria rossa, l’osservatorio astronomico (Jantar Mantar), il City Palace (tuttora abitato dal Maharaja) e la fortezza di Amber, cui si accede a dorso d’elefante.
Khajuraho. Templi jainisti e templi erotici, per una versione antica e scolpita indelebilmente nella roccia del Kamasutra.
Varanasi. La città sacra per eccellenza, nella cultura indù. Sporcizia e miseria si sposano ad un fascino davvero unico, soprattutto lungo le rive del Gange, dove la cremazione prosegue 24/7 senza soluzione di continuità.
Jaisalmer. Spettacolare città di arenaria gialla, alle porte del deserto del Thar. L’unica città fortificata dell’India dove la gente vive ancora dentro le mura.
Jodhpur. La seconda città del Rajasthan, conosciuta come “la città blu”, dal colore di molti dei suoi palazzi, ma anche come “Sun city” per la costante presenza di sole e cielo sereno. Da 6 secoli è dominata dal maestoso forte di Mehrangarh da una collina di 130 metri.
Udaipur. Cittadina ricca di palazzi dell’epoca dei Rajput. E’ chiamata “la Venezia d’Oriente” per i numerosi laghi, alcuni dei quali interamente occupati da giganteschi palazzi, come il Lake Palace nell’isola di Pichola.
Spiagge
Le spiagge più frequentate dell’India sono quelle di Goa, del nord del Karnataka e del Kerala, a nord di Trivandrum. Per trovare un mare decente (anzi, piuttosto bello) bisogna però spingersi fino alle remote isole Laccadive oppure nelle Isole Andamane. Goa è comunque famosa per la sua atmosfera hippy e le reminescenze portoghesi.