Perchè la Namibia?
Dopo il Sud Africa, è la destinazione africana che meglio si presta ad essere visitata in self-drive. Ma appena si esce dalle piste battute, diventa il paradiso degli appassionati di fuoristrada, avventura e vita outdoor. Offre paesaggi da togliere il fiato, soprattutto nel deserto del Namib e nel Damaraland. Ottimi safari fotografici nell’Etosha e nel Caprivi. E’ l’unico paese al mondo (oltre al Mali) ad ospitare elefanti del deserto. Infine, è la terra degli Himba, una delle ultime popolazioni seminomadi dell’Africa.
Quando andare
In Namibia il clima è gradevole tutto l’anno. In estate (dalla fine di settembre ad aprile) le giornate sono più lunghe, anche grazie all’ora legale. Le grandi piogge, che grandi non sono quasi mai, sono concentrate nei mesi di gennaio e febbraio. In inverno, nel deserto, le notti possono essere piuttosto fredde.
Come andarci
Grazie ad una buona rete stradale, anche se per lo più costituita da strade sterrate, la Namibia è una destinazione ideale per il self-drive, anche se raccomandiamo comunque il noleggio di veicoli fuoristrada. Per uscire invece dai classici itinerari, occorre prendere parte ad una vera e propria spedizione in 4×4, affidandosi all’esperienza di organizzazioni e guide professioniste.
Il deserto del Namib
Conosciuto come il deserto che vive, per l’abbondanza – per essere un deserto – di flora e di fauna. La sua principale caratteristica distintiva sono le dune, tra le più belle ed alte al mondo. Il Sossusvlei e il Deadvlei sono mete irrinunciabili all’interno del Namib Naukluft Park, anche se l’esperienza più esclusiva la offre probabilmente Wolwedans, nella NamibRand Reserve.
La costa atlantica
Fare base almeno un paio giorni a Swakopmund è imprescindibile, non solo come tappa di avvicinamento dal Namib verso il Damaraland (o la Skeleton Coast), ma per le splendide escursioni che si possono fare nei dintorni, su tutte quella in 4×4 all’oasi di Sandwich Harbour. Altra tappa obbligata, Cape Cross, per ammirare la numerosissima colonia di foche. Ed ovviamente, la Skeleton Coast, dove le dune del Namib arrivano all’Oceano, disseminato di relitti (da cui il nome inquietante).
L’Etosha National Park
Il più grande parco nazionale namibiano. Notevole concentrazione di fauna, tra cui springbok, orici, elefanti, rinoceronti neri, leoni, iene e ghepardi. Eccellenti opportunità di safari fotografici a qualsiasi ora del giorno e della notte, nei pressi delle pozze dei lodge.
Le remote regioni orientali
Il Kaudom è una delle ultime wilderness africane, lontana da tutto, accessibile solo in 4×4 (minimo due che viaggiano insieme) e con una certa esperienza, oltre a scorte di viveri e carburante per diversi giorni. Nella verdeggiante regione del Caprivi, spettacolare il Mamili, fino a non molti anni fa praticamente inaccessibile. E’ praticamente un’anteprima del Delta dell’Okavango, ad una frazione del prezzo. Distante poche ore di macchina dalle Victoria Falls e da Kasane, gate di accesso al Chobe National Park.
Il Damaraland
Deserto roccioso dai paesaggi spettacolari, tra i più belli della Namibia. Terra di graffiti rupestri e di elefanti del deserto.
Il Kaokoland
Insieme al Damaraland fa ormai parte di un’unica area conosciuta come Regione del Kunene, ma è ancora più remoto e desolato. Cascate (Epupa Falls e Ruacana), villaggi Himba, vallate sperdute e quasi inaccessibili (Marienfluss e Hartmann valley).
Il Waterberg
Regione verde e fertile, di savane dalla sabbia rossa e di plateau con vista spettacolare sulla terra degli Herero. Una delle maggiori concentrazioni di ghepardi e leopardi del Paese.
Il sud
Il deserto montano del Richtersveld, la vastità del Fish River Canyon, il fascino ruvido di Luderitz e delle città fantasma inghiottite dalle sabbie del Namib.